Dall'agricoltura dei nonni...

Dall'agricoltura dei nonni...

Dall'agricoltura dei nonni...

Forse, in un domani non troppo lontano, dovremo cambiare uno dei nostri detti più usati. Non parleremo più dell'agricoltura "dei nostri nonni", ma di quella "dei nostri nipoti"… L'agricoltura infatti sta diventando un settore sempre più giovane, con circa 57mila imprese agroalimentari condotte da under35 (dati Unioncamere-Infocamere 2017) e con attività sempre più varie e specializzate, non prive ad esempio di una significativa componente di imprese al femminile.

Fra l'altro l'Italia è il primo paese in Europa per numero di giovani imprenditori in agricoltura, con un +6,8% di aziende "giovani" rispetto al 2016. Fra le regioni è la Sicilia ad avere la leadeship del trend di questa crescita, subito seguita dalla Toscana, dove sono oltre 3mila le imprese condotte da giovani; nella ipotetica classifica fra province primeggiano Massa Carrara, Lucca e Pistoia.

Dati che secondo Coldiretti confermano "L'attrazione della terra verso le giovani generazioni e che stanno ammodernando il lavoro svolto in campagna, operando in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l'agricoltura sociale per l'inserimento di categorie svantaggiate, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l'agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili".

Non più, dunque, un'agricoltura "figlia della crisi", quasi un tentativo obbligato per mancanza di alternative, ma una virata decisa e convinta di giovani che decidono di ripartire da quello che abbiamo: la terra certo, ma anche l'acqua, l'aria, la manualità, la chance di vivere svolgendo un lavoro non ripetitivo fino all'ossessione, rincorrendo budget e obiettivi, un rapporto nuovo con l'ambiente, gli animali e in definitiva con se stessi.